“Siamo felici di comunicare a tutti i dipendenti che il prossimo 8 giugno gli impianti di Rea Dalmine, ATH Orbassano e GEA Sant’Urbano apriranno le porte ai cittadini, aderendo così alle celebrazioni in onore della Giornata Mondiale dell’Ambiente. Gli impianti verranno aperti al pubblico dalle ore 10.00 alle ore 14.00. L’obiettivo della giornata è quello di responsabilizzare i cittadini, in primis i più giovani, sui temi dell’economia circolare e della riduzione e corretto smaltimento degli scarti” è parte del comunicato che abbiamo diramato dalla nostra Holding per mettere in mostra l’eccellenza e la sostenibilità dei nostri siti di Rea Dalmine, di GEA e di Orbassano in occasione di questa fondamentale ricorrenza internazionale.
“In ogni impianto, un esperto universitario converserà con il pubblico spiegandone il funzionamento, mostrando gli strumenti di tutela ambientale, rispondendo alle domande di bambini, ragazzi, cittadini” è quanto riporta poi lo stesso comunicato, esplicitando la natura di questa iniziativa che si pone l’obiettivo di informare e far aumentare nelle persone la consapevolezza che un modo giusto e sano di gestire i rifiuti esiste, e che se il tutto viene portato avanti con processi e strumenti al massimo dell’innovazione i territori non possono che beneficiarne. È per questo motivo che “tutti i cittadini, bambini con le loro famiglie, ragazzi, adulti potranno visitare in sicurezza l’impianto tramite prenotazione (obbligatoria), con visite guidate dai nostri tecnici, e per i più piccoli, partecipare ad un laboratorio ludico-scientifico sul tema del ciclo dei rifiuti”.
Entrando nel merito di questa Giornata con cadenza annuale, stiamo parlando di una ricorrenza istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con la Risoluzione 2994 addirittura nel dicembre del 1972, che da allora ogni anno si fa carico di comunicare alla comunità internazionale le emergenze ambientali dettando via via la linea per quanto riguarda gli interventi dei vari Paesi. La stessa data non è casuale, ma richiama quella di quel lontano giugno quando iniziarono i 10 giorni di Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente tenutasi a Stoccolma che portarono alla stipulazione dei 26 principi sui diritti e le responsabilità dell’uomo sull’ambiente circostante.
Qualche anno fa, ad esempio, il tema centrale della ricorrenza è stato Go Wild for Life, un focus sul commercio illegale di animali selvatici in via di estinzione che non solo rischia di compromettere definitivamente la biodiversità e l’equilibrio ambientale, ma che genera allo stesso tempo un ingente danno economico favorendo il crimine organizzato e incrementando la corruzione. Sulla pagina istituzionale si potevano quindi reperire materiali informativi e poster divulgativi della Giornata e della campagna, che riportavano dati quali, ad esempio, la situazione degli orangotanghi che per via del nostro impatto sul loro habitat hanno subito una diminuzione della specie addirittura del 50%. Altri casi su cui si è focalizzata la comunicazione riguardano gli elefanti asiatici, braccati illegalmente per estrarre loro l’avorio delle zanne, tartarughe marine il cui guscio diventa materiale utile alla produzione di gioielli o di prodotti artigianali da vendere ai turisti, i rinoceronti, la cui caccia è aumentata in 7 anni del 9000%, e così via.
Quanto fatto finora, però, non può bastare se non vengono introdotte politiche e leggi più efficaci che diano risultati positivi nel medio e nel lungo periodo, attuando una severa sorveglianza che faccia mantenere costante il nostro agire ecosostenibile.
Nel caso di Go Wild for Life, ad esempio, la piattaforma predisposta per la Giornata Mondiale dell’Ambiente esortava tutti quanti, dalle persone alle aziende passando per le amministrazioni, ad agire sul locale, sul nazionale e sul globale andando a denunciare tutti i casi in cui atti degradanti mettano a rischio la fauna e la flora, per prevenire danni irreparabili su scala mondiale che spesso e volentieri partono da fenomeni piccoli e geograficamente delimitati.
Proprio per questo motivo l’allora Segretario [SM1] Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, per presentare questa ricorrenza, ha dichiarato che spetta anche ai singoli individui comuni di attivarsi per limitare ogni impatto sull’ambiente, a partire dalla lotta al commercio illegale che passa attraverso il nostro rifiuto di acquistare prodotti che provengono dalle specie a rischio di estinzione. “Proteggere, ripristinare e promuovere l’uso sostenibile degli ecosistemi terrestri, gestire in modo sostenibile le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e invertire il degrado dei suoli e fermare la perdita di biodiversità” è infatti il quindicesimo tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati all’interno dell’Agenda 2030, la lista internazionale degli impegni volti a proteggere il nostro pianeta[1].
Per quanto riguarda la prossima edizione che si terrà il 5 giugno, invece, il tema centrale sarà l’inquinamento atmosferico, una questione estremamente discussa soprattutto in Asia dove causa ogni anno circa 4 milioni di decessi. Le celebrazioni di apertura alla Giornata Mondiale dell’Ambiente avverranno proprio in Cina, che secondo il direttore facente funzione dell’ambiente delle Nazioni Unite Joyce Msuya “ha dimostrato una straordinaria leadership nell’affrontare l’inquinamento atmosferico a livello nazionale. Ora può aiutare a spronare il mondo ad una maggiore azione. L’inquinamento atmosferico è un’emergenza globale che colpisce tutti. La Cina ora guiderà la spinta e stimolerà l’azione globale per salvare milioni di vite”.
Avendo sviluppato in maniera enorme il settore della green energy negli ultimi anni la Cina assume in questo senso il ruolo di leader per quanto riguarda il clima, e lo dimostra avendo tuttora a disposizione la metà dei veicoli elettrici esistenti nel mondo (se consideriamo solo gli autobus la percentuale arriva al 99%). Potrà quindi enunciare il nuovo rapporto ONU riguardante l’Asia e il Pacifico, per il quale con un implemento della tecnologia 25 si è raggiunto un abbassamento di 20 punti percentuale dell’emissione di ossido di carbonio mondiale e addirittura del 45% di quella di metano, facendoci guadagnare un terzo di grado Celsius sul riscaldamento globale.
Il messaggio che questa iniziativa punta a trasmettere alle persone, ai governi e ai mercati e quello di focalizzarsi sulle energie rinnovabili e sulle tecnologie green per migliorare la qualità dell’aria nei centri urbani e nelle regioni di tutto il mondo. Un argomento, questo, che non possiamo più permetterci di sottovalutare in quanto riguarda il 92% della popolazione mondiale sottoposta a aria inquinata, con emissioni di ozono troposferico che tra 10 anni ridurranno le performance agricole del 26%, per un totale di 5 trilioni di euro investiti ogni anno in welfare per mettere mano ai danni di questa emergenza[2].
Così come è vero che l’impegno di sostenibilità deve partire dai singoli individui, è altrettanto vero che spetta alle istituzioni e alle stesse aziende promuovere e spiegare quanto si può e si deve fare per coniugare le amministrazioni e l’economia con il bene pubblico e la salute delle persone.
Rientra perfettamente all’interno di questa prospettiva, quindi, l’iniziativa Impianti Aperti di Greenthesis Group, attraverso un fitto programma che prevede visite agli impianti guidate da professionisti accademici, e quindi voci extra-aziendali in grado di dare un’informazione imparziale riguardo al funzionamento dei siti e al loro ruolo strategico per la gestione del ciclo dei rifiuti, laboratori didattici per adulti e bambini e, in ultimo, rinfreschi da parte di aziende a km0, che hanno in questo modo anche un ottimo palcoscenico per esibire le qualità gastronomiche del territorio.
[1] https://www.onuitalia.it/5-giugno-giornata-mondiale-dellambiente/
[2] http://breathelife2030.org/it/news/china-host-world-environment-day-2019-air-pollution/